I disturbi urinari... nella donna
I sintomi della bassa via urinaria (acronimo inglese LUTS) sono molto frequenti nella popolazione femminile. Si stima che nella popolazione femminile al di sopra degli 80 anni e non ospedalizzata, la metà soffra di disturbi del pavimento pelvico (incontinenza urinaria, incontinenza fecale, prolasso). La malattia di Parkinson ha una maggiore prevalenza nella popolazione maschile; la ridotta prevalenza nella popolazione femminile implica un minore numero di studi clinici e di informazioni esaustive sulla sintomatologia in questo specifico gruppo.
Il sesso è un fattore importante nelle manifestazioni fenotipiche della m. di Parkinson, presentando maggior rigidità nei maschi e maggior discinesia e tremori nelle femmine. Abbiamo poche informazioni sui sintomi non-neuromotori in relazione al sesso. Gran parte delle donne con malattia di Parkinson è in età post-menopausale, per cui i risvolti psicologici ed i cambiamenti fisiologici (es. calo dei livelli estrogenici, menopausa, esiti delle gravidanze) sono considerati fattori significativi. E’ molto complesso capire se la causa dei sintomi sia rappresentata dagli esiti della patologia neurologica o dalla fisiologica involuzione del pavimento pelvico femminile con l’età.
Considerando la sintomatologia non-neuromotoria, i sintomi urinari e gastrointestinali sono i più frequentemente presenti nelle pazienti con malattia di Parkinson ad insorgenza tardiva. I sintomi non-neuromotori più frequenti sono la pollachiuria notturna (aumento della frequenza minzionale notturna, 65.7%) e la stipsi (61.9%). Piuttosto frequenti sono anche l’urgenza minzionale (51.4%) e l’incontinenza fecale (19.0%). Rispetto alla popolazione maschile, la prevalenza dell’urgenza minzionale e la pollachiuria notturna sono molto simili nei due sessi (54.9% vs 48.7% e 70.3% vs 62.2%), mentre la stipsi e la riduzione del desiderio sessuale sono più frequenti nel maschio (72.5% vs 53.8%. e 53.8% 31.3%). Considerando unicamente la popolazione femminile, le pazienti con malattia di Parkinson hanno una aumentata prevalenza di urgenza minzionale (68% vs 43%), mentre presentano una prevalenza di sintomi legati al prolasso comparabile alla popolazione femminile di controllo (2% vs 11%). Nonostante ciò, le pazienti con malattia di Parkinson riferiscono di percepire una peggiore qualità di vita ai questionari rivolti non solo ad indagare i sintomi urinari, ma anche il prolasso e l’alvo.
Sia le pazienti con malattia di Parkinson che le pazienti della popolazione generale riportano molto frequentemente sintomi urinari o di prolasso (63% vs 62%), mentre ricorrono molto meno spesso ad una valutazione medica. Molto spesso (62% vs 60%) le pazienti ritengono che i sintomi siamo lievi e non meritino un’attenzione medica. Il più delle volte le pazienti fanno riferimento al proprio medico curante (60% vs 63%), facendo ricorso ad una valutazione specialistica in una minoranza dei casi (30% vs 46%); lo specialista maggiormente coinvolto nella valutazione dei sintomi femminili del pavimento pelvico è l’urologo (67%).
Le pazienti con malattia di Parkinson hanno un discreto svuotamento vescicale, senza presentare un significativo aumento del residuo vescicale al termine della minzione. La capacità vescicale, invece, appare ridotta e comparabile a quella della popolazione più anziana; anche la prevalenza di iperattività detrusoriale (spasmi vescicali involontari) è maggiore nelle pazienti con malattia di Parkinson, come accade nella popolazione più anziana. Potremmo semplificare concludendo che la malattia neurologica determina un più rapido invecchiamento vescicale.
Il trattamento della frequenza minzionale aumentata e dell’incontinenza urinaria sono molto più complessi nella popolazione femminile, perché non esistono strumenti di raccolta urinaria diversi dalle assorbenze, che sono spesso causa di cistiti e macerazione cutanea. Il ricorso all’autocateterismo è più difficile nella popolazione femminile in quanto il meato uretrale si trova in una posizione più interna del maschio. La scelta del trattamento è piuttosto complessa, dovendo bilanciare il possibile beneficio con gli effetti collaterali, piuttosto frequenti (es. bocca secca e stipsi dopo terapia con farmaci antimuscarinici, ritenzione urinaria dopo infiltrazione intravescicale con tossina botulinica).
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