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Integrazione socio-sanitaria nella Regione Piemonte

Mausoleo di Galla Plaicidia (RA) “Colombe abbeveranti” Mausoleo di Galla Plaicidia (RA) “Colombe abbeveranti”

Al Convegno "Malattia di Parkinson nella Regione Piemonte" dell'11 Aprile 2019, la Dott.ssa Cassano ha esposto l'importanza fondamentale di un'assistenza socio-sanitaria integrata...

Il modello di sviluppo dell’integrazione socio-sanitaria nella Regione Piemonte

 

  1. Come fare per attivare interventi sociali in ambito sanitario?
  2. Altri luoghi dell'Integrazione socio-sanitaria
  3. Quali sono le prestazioni che vengono erogate da questi enti?
  4. Il Progetto Individuale di Intervento

A livello nazionale, la materia è disciplinata da un atto di indirizzo e coordinamento contenuto nel Decreto del Presidente Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2001, della legge quadro n. 328/2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali finalizzato a promuovere interventi sociali, assistenziali e sociosanitari sul territorio e a garantire un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà.

Tenuto conto che l’ integrazione socio-sanitaria è uno dei cinque assi strategici su cui si declina l’azione politica della Regione Piemonte per la realizzazione del PATTO di SVILUPPO di COMUNITA’, secondo quanto contenuto nella Delibera di Giunta Regionale - D.G.R. n.16-6646 del 23 marzo 2018, questa riflessione vuol essere un’occasione per sostenere il lavoro di chi è quotidianamente chiamato a gestire malati e malattie all’interno delle proprie comunità familiari, sociali e professionali.

Come fare per attivare interventi sociali in ambito sanitario?

In Piemonte, il luogo dell’integrazione socio-sanitaria è il distretto sanitario e/o sociale. Più precisamente, l’utente e/o la persona che si prende cura di lui (caregiver), quando hanno bisogno di attivare interventi sociali in ambito sanitario e viceversa, si devono rivolgere agli Sportelli Unici SocioSanitari (SUSS) presenti nelle suddivisioni territoriali di ogni Azienda Sanitaria (ASL Città di Torino, ASL TO3-4-5, ASL CN 1 e 2, ASL Asti, ASL Alessandria, ASL Biella, ASL Vercelli, ASL Novara, ASL Verbano, Cusio Ossola) e/o di ogni Ente Gestore della funzione Socio Assistenziale.
Elenco completo degli Enti Gestori della funzione Socio Assistenziale della Regione Piemonte

Altri luoghi dell’integrazione socio-sanitaria

  • Le case della salute che, a volte, coincidono con il distretto;
  • I nuclei ospedalieri o distrettuali per le continuità della cure (NOCC- NDCC);
  • Gli ospedali di comunità o lungo degenze ospedaliere sia pubbliche che private convenzionate;
  • Il domicilio dei pazienti.

Quali sono le prestazioni che vengono erogate da questi enti?

Le prestazioni che vengono erogate dagli enti preposti sono suddivisibili in tre tipologie:

  1. Prestazioni sanitarie a rilevanza sociale di competenza delle ASL
  2. Prestazioni sociali a rilevanza sanitaria di competenza degli Enti Gestori che prevedono la compartecipazione alla spesa da parte dell’utente attraverso l’Indicatore della Situazione Economica (ISEE) e sono suddivise in:
    •    Interventi di sostegno e promozione a favore dell’infanzia, dell’adolescenza e delle responsabilità familiari,
    •    Interventi per contrastare le povertà nei riguardi dei cittadini impossibilitati a produrre reddito per limitazioni personali o sociali,
    •    Interventi di sostegno e di aiuto domestico familiare finalizzati a favorire l’autonomia e la permanenza nel proprio domicilio di persone non autosufficienti,
    •    Interventi di ospitalità alberghiera presso strutture residenziali e semiresidenziali di adulti e anziani con limitazioni dell’autonomia, non assistibili a domicilio,
    •    Interventi, anche di natura economica, atti a favorire l’inserimento sociale di soggetti affetti da disabilità o patologia psicofisica e da dipendenza fatto salvo quanto previsto dalla legge 68/1999 in materia di diritto del lavoro per i soggetti disabili,
    •    Altri interventi sociali inseriti nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
  3. Prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione che si applicano nei casi in cui non sia possibile definire la prevalenza di un ambito rispetto all’altro, poiché la complessità del paziente è tale da non poter scindere le due categorie. Esse si complicano, in particolare, nella fase post-acuta della malattia e, come si è citato, possono essere erogate sia a livello ambulatoriale che domiciliare.

Quest'ultimo tipo di attività è stato suddiviso in letteratura nelle seguenti “aree problema”:

  • Area materno infantile
  • Area anziani e persone non autosufficienti con patologie cronico-degenerative (come la Malattia di Parkinson)
  • Area delle patologie psichiatriche
  • Area delle dipendenze da droga, alcol e farmaci
  • Area delle patologie per infezioni da HIV e patologie terminali

Il Progetto Individuale di Intervento

Le azioni che ne derivano trovano necessariamente la loro concretizzazione nel PROGETTO INDIVIDUALE DI INTERVENTO che deve rispettare i principi di inscindibilità ed indivisibilità degli interventi sociali e sanitari, in base a quanto contenuto nella definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che definisce la salute come benessere fisico, psichico e sociale.
Il Sistema di Classificazione del Funzionamento della Disabilità e della Salute (ICF) conferma la tendenza a superare il concetto di sanità intesa unicamente come assenza di malattia, caratterizzandolo invece come quell’insieme di fattori e processi in grado di determinare l’armonioso sviluppo della persona anche in situazione di difficoltà.

Questa strategia, riportata alla realtà quotidiana dei servizi, trova difficoltà di applicazione per carenze culturali, storicizzazione degli interventi e mancanze di risorse non solo economiche ma anche formative. Ricordiamo quindi al lettore che su quest’ultimo punto si gioca il futuro di tutti.

A cura della Dott.ssa Mara Cassano, Assistente Sociale Specialista presso ASL TO5

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